Cyberbullismo e adolescenti alle prese con l’emotività
Sabato 1 aprile, dalle ore 9:00 alle 13:00, presso la Casa per la Pace (via dei Canonici Renani 8 – Casalecchio di Reno) si terrà un seminario focalizzato sull’aggressività nei nativi digitali.
Aggressività è un termine ampio, e nonostante nel vocabolario vi sia una definizione sintetica e chiara (“è uno stato di tensione emotiva generalmente espresso in comportamenti lesivi e di attacco), la questione è complessa. Pensiamo ai tanti modi con cui è stata raffigurata soltanto in Arte: per citare solo alcuni esempi, il pittore spagnolo Francisco Goya sembra divorare le tele incidendo dettagli scavati nelle carni dalle fisionomie grottesche, esasperate nel vivo dei loro incubi, vivificate dai non detti e dai rossi scevri di sangue; Antonio Ligabue lascia ai suoi animali inferociti l’onere di dominare la scena annunciando l’istinto che sbrana il verde, e a Vasilij Kandinskij non occorrono che rossi e blu per imprimere contrasti latenti più ingarbugliati, fisionomie di percezioni.
Gli esempi citati dimostrano quanto ognuno abbia una maniera particolare di sperimentare e restituire le emozioni. Questo è evidente anche oggi, in un mondo che corre frenetico e in cui spesso si fatica a percepire ed esprimere ciò che si sente, con l’esito che tristezze, rabbie, gioie, disgusti e paure rischiano, soprattutto nei più giovani, di trovare rifugio dietro uno schermo. I nativi digitali, infatti, vivono una realtà peculiare, differente rispetto a quella dei propri genitori, e il rischio di un’incomunicabilità degli stati interni è alto. Può portare, in caso di grandi fragilità, anche a condizioni estremi, come dimostrano gli hikikomori.

Ritiro sociale e Hikikomori: 100 000 in Italia
Essere adolescenti oggi significa non avere possibilità di scelta: i device sono un veicolo indispensabile nella gestione della propria immagine corporea e della socialità, oltre che dell’idea che si veicola del Sè. Tra la mente-corpo di un giovane e la significazione di quel che avviene nel mondo virtuale per mano degli infiniti Altri dietro lo schermo esiste una linea sospesa, il cui equilibrio si gioca istante dopo istante nel legame tra le sensazioni del Sè e il cuore pulsante del grande network, ventre in espansione in cui vengono generate senza tregua immagini, foto, parole, tweet, video ecc.
Quando subentrano dei problemi tra il Sè e l’Altro, nella realtà oppure online, può accadere che un adolescente avverta il bisogno impellente di ritirarsi dalla scena, distaccandosi da quello che sente di non poter più gestire o controllare. Gli appare intollerabile continuare ad esistere, con corpo e mente, in un mondo esterno, e il ritiro sembra essere l’unica opzione: gli hikikomori (termine che in giapponese significa letteralmente “stare in disparte”) decidono di allontanarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, da alcuni mesi fino a diversi anni, chiudendosi nella propria abitazione senza alcun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori. Mentre vivono, o forse attendono, in questo stato di tempo sospeso, questi ragazzi a volte utilizzano in maniera spasmodica gli strumenti digitali; in un paradosso evidente, raggiungono chiunque (la rete è immensa, basta un click per trovare qualsiasi cosa e interagire con chiunque) ma rimangono immobili in una stanza, coi corpo bloccati in un contenitore in cui le ore si sommano l’una con l’altra senza alcun ritmo. Tutto si gioca nell’ambiguità tra isolamento/ assidua presenza virtuale, e sarebbe interessante approfondirla visto che in Italia i giovani che non riescono a reggere il peso del rapporto, reale e/o virtuale, del Sè con l’Altro, sono ormai 100 000. La stima è stata fatta da Marco Crepaldi, fondatore di “Hikikomori Italia”, che trova il fenomeno perlopiù presente tra i 14 e i 30 anni, principalmente tra maschi (tra il 70% e il 90%).

Conoscere l’inconscio digitale
Tristezza, rabbia, aggressività possono essere affetti che co-creano un allontanamento dalla “realtà”, per ricrearne un’altra online percepita come più sicura, e lavorarci in ambito psicologico è complesso. “Nella clinica digitalmente modificata il traumatismo va riletto in quanto effetto di un paradosso: la digitalizzazione di massa tende a silenziare la soggettività patente, fungendo da elemento compensatorio dell’angoscia, anche quando difficoltà scolastiche, ansia generalizzata, ansia sociale, oltre alla specifica dipendenza da device, portano a cercare un aiuto terapeutico.” spiega Riccardo Scognamiglio, psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista, psicosomatologo e fondatore dell’Istituto di Psicosomatica Integrata (vedi “inconscio digitale”).

Il seminario “Aggressività digitalmente modificata – Cyberbullismo e adolescenti alle prese con l’emotività”
Per meglio approfondire cosa sia l’aggressività, indagando quale volto assuma oggi nei suoi tratti generali, nella declinazione giovanile e attuando un’analisi che contempli le diverse soggettività, si segnala il seminario “Aggressività digitalmente modificata“, in cui interverranno Alexandra Cucchi e Simone Russo.
La prima, psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, esperta in dipendenze tecnologiche nonché e coordinatrice del gruppo regionale dell’Ordine degli Psicologi Marche sul cyberbullismo, presenterà le forme dell’aggressività on line, chiarendo cosa siano e come proteggersi.
A seguire, ci sarà un focus sul ritiro sociale e sulle varie forme in cui questo si struttura e manifesta, tenuto da Simone Matteo Russo, psicologo, psicoterapeuta, psicosomatologo e responsabile dell’area infanzia-adolescenza e supervisore dell’equipe educativa dell’Istituto di Psicosomatica Integrata e coordinatore della sede milanese dell’Associazione Nazionale dipendenze tecnologiche, GAP e cyberbullismo.
Iscrizione gratuita e obbligatoria, causa posti limitati. Evento fruibile anche online (link sul sito di Querce di Mamre: www.lequercedi.it)
Per informazioni e iscrizioni: [email protected]
Seminario
Aggressività digitalmente modificata – Cyberbullismo e adolescenti alle prese con l’emotività
Sabato 1 aprile (9:00 – 13:00)
Casa per la Pace (via dei Canonici Renani 8 – Casalecchio di Reno)
