SULLA NATURA DEL LIMITE – DIALOGO FRA MENTI INQUIETE | Online e Gallarate | 24 febbraio

Come interpretare confini e limiti in un’epoca in cui tutti i punti di riferimento vengono messi in discussione?
Con quali incongruenze viviamo la modernità e dove riconosciamo la sofferenza e le nuove risorse motivazionali proprie del vivere di oggi?

Su tali interrogativi cruciali Miguel Benasayag e Riccardo Marco Scognamiglio, psicoanalisti inquieti, hanno riflettuto a lungo, incontrandosi nei loro scritti ed elaborando un pensiero che ha costruito radici comuni a partire dal lavoro con i propri pazienti, altrettanto inquieti, di oggi.

Benasayag sostiene che l’idea di razionalità e di prevedibilità, propugnata dal positivismo illuminista, sia entrata drammaticamente in crisi a inizio Novecento. La sintesi più significativa di questo sconvolgimento è stata fornita da Sigmund Freud nel celebre passo in cui sentenzia che “l’Io non è padrone in casa propria”. Dentro di noi risiede, infatti, una dimensione del tutto inconscia che l’uomo ha a lungo ignorato, nell’illusione narcisistica che, grazie alla scienza e alla ragione, sarebbe arrivato a conoscere ogni aspetto della vita e a risolvere ogni problema dell’umanità.

Nella sua opera più nota, L’epoca delle passioni tristi (2004), Benasayag mette in luce la pericolosa bipolarità del nostro tempo, in cui “inquinamenti di ogni tipo, disuguaglianze sociali, disastri economici, comparsa di nuove malattie” vengono percepiti come minacce angoscianti, facendo precipitare il futuro – senza soluzione di continuità – da promessa di felicità a dimensione di cupa ed estrema negatività (pag. 20). Il “paradosso infernale” di cui siamo testimoni è che il progresso scientifico e tecnologico, sebbene da un lato aumenti esponenzialmente le nostre conoscenze e possibilità, dall’altro rimarca ancor più nitidamente quanto esso sia incorrelato all’attenuazione della sofferenza umana, gettando l’umanità in una impotenza intollerabile di fronte alla complessità del mondo. Per ovviare a tale angoscia, l’ideologia scientista proclama psicoticamente, “come un’evidenza incontrovertibile”, l’assunto per cui “tutto è possibile” (pagg. 93-95). Così, nell’epoca attuale, la complessità e il pessimismo sono stati scotomizzati a favore di un pensiero utilitaristico che considera il desiderio come un lusso che non possiamo più permetterci. Ai giovani la società trasmette continuamente un messaggio di efficientismo sempre più spinto, in cui la possibilità di esplorare il possibile viene biasimata, squalificando tale anelito come inutile perdita di tempo.

Similmente, in Adolescenti Digitalmente Modificati (2018), Scognamiglio nota che l’esperienza dell’apprendimento è stata impoverita, ad esempio, dai corsi di Speed Reading e Speed Learning, finalizzati a “catturare il cuore del discorso, concentrandosi sulle parole chiave, per acquisire più informazioni nel minor tempo possibile”. Tali tecniche di apprendimento e, più in generale, “l’avvento dei personal computer, l’invenzione di Internet la creazione di dispositivi online, hanno facilitato l’illusione di una conoscenza semplificata e la ricerca di un sapere onnivoro, acquisibile fuori del complicato ambito delle relazioni umane”, che, “tuttavia, tende spesso a ridursi a conoscenza tecnica che non costruisce un senso condiviso dell’essere al mondo, vero cuore dell’esperienza dell’apprendimento” (pagg. 40-42).

A tal proposito, Benasayag ricorda che per Freud l’accesso alla cultura coincide con la sublimazione della libido, che si realizza quando “il bambino accetta di sublimare (…) una parte della sua libido, ovvero della sua energia vitale, del suo desiderio… passando da una posizione autocentrata, la cosiddetta libido narcisistica, a una preoccupazione e una attenzione rivolte al mondo esterno, che Freud definisce libido oggettuale” (pp. 40-41). In forza di tale pulsione epistemofilica, il bambino sviluppa il desiderio di imparare, ponendosi in relazione con gli altri e creando “legami sociali e legami di pensiero”. Al contrario, viviamo quotidianamente una condizione di minaccia diffusa e persistente che costituisce una narrazione largamente maggioritaria, il cui effetto iatrogeno si manifesta nella tendenza a rompere i legami che uniscono le persone, suscitata da un accecante istinto di sopravvivenza che riduce l’umano alla dicotomia tra vincitori e vinti (pagg. 63-65).

Adottando una prospettiva sociologica, Scognamiglio evidenzia inoltre che “tutti i grandi contenitori simbolici – scuola, famiglia, Stato, Chiesa – sono andati progressivamente perdendo la loro funzione di contenimento”, cioè di luoghi “sufficientemente sicuri” in cui il bambino e l’adolescente costruivano la propria identità attraverso una esperienza condivisa. Un vasto sistema di regole, valori e leggi non scritte ma condivise dagli adulti di riferimento garantivano un collante sociale entro cui i giovani potevano acquisire una “capacità di regolazione tra dovere e piacere, tra sacrificio e godimento”. Lo sfaldamento dei contenitori simbolici ha avuto, tra le conseguenze più deleterie, quella di impedire ai più giovani di individuare motivazioni e passioni, favorendo lo sviluppo di forme di angoscia e la ricerca compulsiva di stimoli gratificanti, spesso nella solitudine – illimitata – di internet (pp. 111-113). È altrettanto evidente che l’eccesso di informazioni presenti in rete, in quanto trasmesse cognitivamente e non attraverso l’esperienza corporea, anziché facilitare l’azione grazie a una maggiore consapevolezza, favorisce spesso paradossali stati di inibizione.

L’evento “Sulla natura del limite, dialogo fra menti inquiete”, inserito nel programma della prestigiosa rassegna Filosofarti 2023, costituisce quindi una occasione di confronto preziosa per i due pensatori sulla questione dei limiti, considerati dalla società odierna solo alla stregua di confini da superare, e sull’illusione dell’illimitatezza. I due illustri ospiti, autori di diverse pubblicazioni, animeranno la tavola rotonda presso il Teatro delle Arti di Gallarate (VA) alle 21:00 del 24 febbraio, insieme ad Alessia Leoni, psicologa psicoterapeuta, e ad Andrea Zoccaratopsicologo psicosomatologo, per cercare soluzioni a partire dall’esperienza psicologica e filosofica.

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Il coinvolgimento del pubblico presente in sala sarà sollecitato non soltanto dalla vitalità dei relatori e dalla bellezza dello spazio, ma anche dalla possibilità di partecipare attivamente al dibattito, attraverso una chat tramite cui porre le proprie domande.

Benasayag, M., & Schmit, G. (2014). L’epoca delle passioni tristi. Milano: Feltrinelli. 

Scognamiglio R.M., & Russo S.M. (2018). Adolescenti Digitalmente Modificati (ADM). Competenza somatica e nuovi setting terapeutici. Milano: Mimesis.


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