Il 31 gennaio alle ore 21:00 presso la Casa della Psicologia (piazza Castello, 2 Milano), il Direttore scientifico dell’Istituto di Psicosomatica Integrata e Direttore della Scuola di Psicoterapia Analitica di Gruppo – Nuova Clinica Nuovi Setting Riccardo Marco Scognamiglio introdurrà il testo “La regolazione affettiva tra funzionamento somatopsichico e psicosomatico” di Ivano Frattini, di cui ha curato la prefazione. Durante l’incontro verranno presentati entrambi i volumi dell’autore, editi da Franco Angeli (2022), volti ad approfondire la complessa diade mente-corpo, con il contributo della psicoterapeuta Paola Radrizzani e la moderazione della psicologa e psicoterapeuta Anna Barracco.
L’evento, gratuito, sarà fruibile via Teams (necessaria iscrizione) e in presenza, previa compilazione del modulo sul sito di OPL.

Un grande assente: il corpo
Attraverso un excursus storico, clinico ed epistemologico, Frattini mira ad esemplificare l’esigenza di esplorare le dinamiche del rapporto mente-corpo, troppo spesso e troppo facilmente concepito come il risultato di due polarità non in interconnessione tra loro. Nei suoi testi, frutto di svariati anni di ricerche, l’autore rimarca la legittimità del soma nelle relazioni gruppali all’interno delle dinamiche di campo (qualunque esso sia), grazie al contributo di esperti delle neuroscienze affettive a studiosi di arteterapia psicodinamica. A sostenere questa presa di posizione, che confluisce nell’elaborazione di una teoria psicodinamica nonché nell’ideazione di un metodo per il trattamento della regolazione affettiva somatopsichica e psicosomatica, interviene anche Riccardo Scognamiglio, che da più di trent’anni riconosce il ruolo del corpo in ambito psicologico.

Il corpo nel flusso contemporaneo
“Freud dismette lo stetofonendoscopio e si mette a “chiaccherare”. La “chiacchera” come cura (Talking Cure) è qualcosa in opposizione al silenzio necessario per ascoltare i battiti cardiaci, i rantoli bronchiali o i borborigmi intestinali” commenta Scognamiglio nella prefazione al libro di Frattini. “Questa “sordità freudiana” ai suoni del corpo (Scognamiglio, 1996) ha una conseguenza decisiva sul destino dei due campi segnici, quello della parola e quello somatico, che iniziano irreversibilmente a divaricarsi. La psicoanalisi, non solo di Freud, ha fatto una scelta piuttosto precisa rispetto al corpo: quella di non occuparsene”. E’ oggi ancora concepibile adattarsi a questa scelta?
L’impellenza di prendere in carico anche il corpo quale protagonista non secondario risulta evidente nel processo di disintermediazione e delocalizzazione in cui il digitale proietta quotidianamente. Gli immaginari si quintuplicano, gli stimoli scorrono senza lasciare crasi bianche, vuoti o silenzi mentali, spazi creativi. Il tutto senza la garanzia di guide esperte che insegnino a districarsi nel flusso della grande onda senza inizio nè fine, priva di segnaletiche cognitive ed emotive, ma sovrabbondante di finti pieni, informazioni, compensazioni. “Le tecnologie di connessione hanno modificato il modo di pensare e di pensarci nella relazione con gli altri e con il mondo” (Boccia Artieri 2015, p. 11), e la conseguenza è che “l’esperienza della separazione tra cioè che “reale” e ciò che è “virtuale” viene progressivamente sostituita dalla percezione di un continuum tra online e offline” (Hine 2000, 2015).
La percezione di una sovrabbondanza sempre disponibile, seppur qualitativamente precaria, potrebbe consegnare l’illusione di situarsi in un finto agio all’interno di sfere ri-create ad hoc, fino al ritiro sociale (hikikomori e otaku, che “volontariamente” si isolano in casa) o a comportamenti di binge watching (“abbuffata di serie tv”, approfondisci qui), in cui può esserci la fantasia delle non relazioni, in primis corporee. Vie di fuga, compensazioni, dissimulazioni: forme di risposta a un “reale” mancato. Possiamo davvero entrare in profondità dentro questo mondo prestando attenzione solo a pensieri e parole, escludendo la dirompenza di un corpo che coi suoi linguaggi spesso è il protagonista innescatore e sentinella della complessità del malessere?

La psicoterapia contemporanea “in campo”: non ci sono solo le parole
L’Essere corpo, mai entità solipsistica avulsa dal contesto (fosse anche isolato in una stanza, esisterebbe in quanto soma pensante, con una forma e un linguaggio), è sempre situato in dati campi caratterizzati da contesti e relazioni. Essere corpo significa quindi al contempo costituirsi anche come Essere campo, concepirsi come elemento e insieme strumento di cura, nell’intricato e ininterrotto dinamismo di proiezioni e opzioni interpretative, consapevoli o inconsce. Ne consegue che le teorie di campo contemporanee dovrebbero differire dallo strumento dell’interpretazione, o quantomeno potrebbero considerarlo come uno dei tanti strumenti possibili per analizzare l’inconscio, ma non l’unico. Perché la parola è un ancoraggio a qualcosa che a livello procedurale si è già giocato tra corpi nello spazio, è qui che la psicoterapia contemporanea dovrebbe porre l’attenzione, indagando l’obscura quaestio del corpo in psicoanalisi.
31 gennaio, ore 21:00
“La funzione dell’arte nei processi somato-psichici”
Modalità di partecipazione, gratuita:
- Online, tramite GoToWebinar, cliccando qui. L’evento non sarà disponibile sul canale YouTube di OPL.
- In presenza, compilando form dedicato (in fondo alla pagina)
- Per approfondimenti, scrivere a [email protected]