SGUARDI ASSENTI E CORPI INGOMBRANTI | Storie Psicosomatiche *

Gabriele arriva da me inviato dalla moglie perché, a suo dire, dalla morte della madre si è chiuso dentro un circolo vizioso di azioni ripetitive che stanno mettendo in crisi tutta la famiglia (la stessa moglie, la figlia Viola di 13 anni e il figlio Federico di 16).

Gabriele ha 51 anni ed è un agente di commercio in dispositivi medici, ha un’ottima posizione professionale, un altrettanto elevato status economico ed è molto ben visto sia dai suoi clienti che dalle aziende che gli affidano i loro costosissimi prodotti da vendere.

Vive da ormai 20 anni una relazione problematica con il padre, a causa del suo rifiuto di volerne ricalcare le orme professionali nel campo della giurisprudenza. 

Aveva invece un legame molto forte con la madre, donna affettuosa, totalmente dedita ai figli (lui e altri 2 fratelli) e al marito, tanto da sacrificare la sua carriera di insegnante per occuparsi esclusivamente della famiglia. 

Da 18 anni, Gabriele vedeva la madre sistematicamente ogni mercoledì a pranzo e dalla sua morte, avvenuta sei mesi prima, “corre da lei” (come lui stesso dice) quasi tutti i giorni con dei fiori freschi e di fronte alla sua lapide piange, parlandole per tutto il tempo.

Durante il resto della giornata, non mostra invece nessuna flessione dell’umore, ma in seduta mi parla di “pesanti sintomi intestinali” tra cui gonfiori, dolori addominali e stitichezza.

Mentre la moglie Valeria è preoccupata per questa sua “ossessione del cimitero” (così la definisce lei), Gabriele è in ansia per i sintomi del corpo che non gli danno tregua e lo mettono in crisi al lavoro, senza contare la sua tendenza all’ansia da malattia che lo porta a ipotizzare patologie terribili.

Nonostante parli di difficoltà e sofferenza, Gabriele espone la parte sintomatica fisica con un tono neutrale, quasi meccanico, distante, come se parlasse di altri. Quando invece fa riferimento alla madre, la voce gli si spezza e si esprime tra i singhiozzi.

È così che si rende conto di quanto il distacco dalla famiglia d’origine sia stato per lui traumatico, con un padre che ha vissuto il suo desiderio di “fare altro” come un tradimento e una madre che, senza articolare la questione, ha fatto da genitore unico e onnipresente.

La difficoltà di lasciare andare l’unico sguardo -quello materno- che lo ha sempre visto, al contrario del padre non disponibile, oggi è chiara per Gabriele, che in virtù di questa nuova consapevolezza ha diradato le sue incursioni al cimitero e sta cercando un nuovo modo di relazionarsi con il padre.

Gabriele sta anche cercando entrare in contatto con le sensazioni corporee nutrendo per le stesse curiosità, e non solo paura. Pian piano riesce ad entrare maggiormente in contatto con se stesso, oltre che con le sue radici.


  • Utilizzando trame di pura fantasia, ispirate dall’esperienza sul campo, abbiamo ricostruito alcuni passaggi clinici ipotetici per illustrare cosa può accadere durante un percorso psicologico, che spesso dedica un’attenzione specifica al corpo.

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