Highlight Webinar “PARLIAMO DI BULLISMO” | Live Kid Pass

Nella diretta streaming del programma Kid Pass Live del 24 settembre 2020, la giornalista di Radio Vivafm Luisa Maioli ha affrontato la tematica del bullismo insieme a Simone Matteo Russo, psicoterapeuta, psicosomatologo, Responsabile Area Adolescenza, Apprendimento e Progetti in ambito scolastico dell’Istituto Di Psicosomatica Integrata e coautore del libro “Adolescenti digitalmente modificati, competenza somatica e nuovi setting terapeutici” (ADM, Ed. Mimesis), e Matteo Piermanni, scrittore sedicenne vittima di bullismo, autore del libro “Il giardino dei colori” (Ed. Capponi) in cui vengono affrontati i temi del bullismo e del razzismo.

Il dott. Russo ha ricordato in primo luogo le caratteristiche che definiscono il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, menzionando la natura prevaricante, prepotente e intenzionale del comportamento, ripetuto nel tempo, volto a creare disagio ad una persona in una condizione di debolezza. Russo ha evidenziato inoltre che il cyberbullo di oggi è stato spesso a sua volta vittima di episodi di bullismo, e che l’utilizzo del mezzo Internet gli/le ha consentito di assumere una posizione attiva, generando però un circolo vizioso preoccupante. Il bullo si contraddistingue, in particolare, per la difficoltà a gestire l’emotività e per l’appartenenza ad un contesto familiare spesso troppo permissivo o, più raramente, troppo rigido:

«Ragazzi che sono stati lasciati o con troppa libertà da gestire o che hanno vissuto delle regole che non sono riusciti a modulare nella relazione».

Inoltre, il genitore – osserva Russo – spesso sviluppa un vissuto di colpa nei confronti del figlio perché non riesce a dedicare un tempo sufficiente alla loro relazione, e questo lo trattiene dall’imporre regole e limiti più severi. Ne consegue che il bambino e poi l’adolescente sente di avere campo libero e di poter esprimere la propria aggressività assurgendo talvolta al ruolo di despota tra le mura domestiche, e percepisce che questo comportamento può essere replicato anche all’esterno. Laddove qualche impedimento si frapponga rispetto al soddisfacimento di questa pulsione, la scarsa abitudine a tollerare la frustrazione può portare a condotte aggressive e prevaricanti. A ciò può indirettamente contribuire anche la preoccupazione eccessiva del genitore rispetto al tempo passato in solitudine dal proprio figlio. Al contrario, è infatti importante che il bambino gradualmente impari ad affrontare in autonomia la noia e l’attesa.

Oltre a ciò, Russo sottolinea come siano le caratteristiche strutturali del mezzo tecnologico ad influenzare la maggiore reattività che si osserva nei bambini. Per esempio, il rapporto del bambino con il gioco online si realizza secondo un codice digitale basato sullo schema “stimolo-risposta”, che allena e velocizza i riflessi a scapito della capacità di ragionamento e di ascolto dei propri vissuti interni. È fondamentale – continua Russo – che l’aggressività venga invece modulata attraverso la relazione:

«Il formato relazionale è il formato che noi possiamo gestire. Quando in momenti di tensione (i bambini) vengono troppo frequentemente o troppo precocemente “spenti” davanti ad un dispositivo digitale, questo crea un’abitudine a placarsi solo in quelle condizioni. E quindi una relazione non avrà mai l’impatto che ha un videogioco nell’abbassare, per esempio, l’aggressività interna».

Russo prosegue esplorando il ruolo del genitore e dell’educatore in relazione a bambini bullizzati o testimoni di atti aggressivi, sottolineando l’importanza di un ascolto senza fretta e privo di giudizio.

Per maggiori informazioni, guarda il video


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