Accudire la nostra mente durante la pandemia

L’emergenza sanitaria cui siamo esposti comporta la perdita di prevedibilità degli eventi, con un effetto disorganizzante sul nostro stato emotivo.  In queste settimane di quarantena stiamo vivendo una condizione che potrebbe preparare il terreno allo sviluppo di un ampio traumatismo psicologico. Bessel van der Kolk, uno dei più importanti pionieri nella ricerca e nel trattamento dello stress traumatico, ha definito questa situazione pandemica come “pre-traumatica”, in quanto coinvolge diversi aspetti centrali per la nostra vita: la sicurezza fisica e la malattia, le condizioni economiche e il costo psicologico dell’isolamento domestico. 

In occasione del Webinar tenutosi lo scorso 3 Aprile 2020, lo psichiatra ha offerto alcuni preziosi spunti per proteggerci da questa difficile situazione. Tra questi, l’importanza di combattere la fisiologica tendenza alla passività, attraverso la creazione di una routine e la calendarizzazione di attività che possano aiutarci a ripristinare uno stato di prevedibilità, restituendoci un senso del tempo più ancorato al presente. La situazione di immobilità a cui siamo costretti, inoltre, inibisce il nostro naturale sistema di difesa di fronte agli eventi, che ci spingerebbe al movimento. Ne consegue un blocco dell’attivazione fisiologica, con un incremento della reattività che si esprime sotto forma di rabbia e irritabilità. È possibile drenare tale accumulo di energia non utilizzata attraverso azioni fisiche: produrre oggetti, cucinare, fare lavori domestici, essere creativi in tutti i modi che conosciamo. L’obiettivo è calmare il corpo, contenendo ed orientando tutte le normali reazioni fisiologiche di questo periodo. A tale scopo, può essere molto utile osservare ciò che accade all’interno del corpo o della mente attraverso la meditazione, meglio se condivisa con classi online. Questo risponde anche al bisogno di nutrire la socialità che ci caratterizza in quanto esseri umani. Mantenere il contatto fisico quando possibile, incontrare lo sguardo e ascoltare il tono della voce di altri – anche attraverso gli strumenti digitali che la tecnologia ci mette a disposizione – sono stimoli fondamentali per il nostro cervello per restare sintonizzati e connessi. 

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