Tra gli infiniti input esterni del momento e le molteplici emozioni e sensazioni interne che si susseguono, non è sempre facile attribuire una trama coerente al fenomeno complesso che stiamo vivendo. La possibilità di costruire elaborazioni critiche, nello stato di emergenza e caos in cui siamo immersi, può difatti risultare indebolita dallo stress.
In tale quadro, è auspicabile promuovere interventi che favoriscano un approccio comprensivo e critico, ad esempio attraverso il dispiego delle competenze narrative.
La capacità di narrare infatti risulta essere un antico metodo di attribuzione di senso delle civiltà. La condivisione di racconti aiuta a solidificare l’identità culturale e contribuisce alla diffusione di una matrice di appartenenza comune. Alcuni neuroscienziati sostengono che questa competenza sia un potente strumento di conoscenza di sé e del mondo circostante.J. LeDoux ad esempio vede nell’auto-narrazione una dinamica che integra i diversi stati dell’Io, attraverso un processo riflessivo. È intesa come un collante che contribuisce a creare un senso di sé unitario. In questo momento la possibilità di accedere ad un bagaglio narrativo potrebbe quindi rivelarsi una risorsa per costruire un ordine e una trama tra i vissuti.
“Storie in quarantena”, è un’iniziativa che valorizza questa possibilità. È la piazza online che ospita i racconti di chi ha voglia di scrivere (e leggere), in cui il desiderio di raccontare sembra incontrare il bisogno di conoscersi.
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HAVE A LOOK!
“I resoconti verbali sono il modo migliore per verificare e confrontare esperienze consce tra due organismi, forniscono un modo per distinguere gli stati cerebrali che coinvolgono la coscienza dagli stati cerebrali che non lo fanno”.
J. LeDoux, Anxious: Using the brain to understand and treat fear and anxiety, 2015