Bambini e adolescenti trascorrono sempre più tempo online.
Da una ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma ‘Sapienza’ e Università Cattolica di Milano nel 2018 per conto della Polizia di Stato su un campione di 6.671 giovani tra gli 11 e i 25 anni è emerso che in media il 45% di essi passa su Internet almeno 5-6 ore al giorno, e che l’utente medio controlla tra le 10 e le 20 volte all’ora le notifiche sullo smartphone o sul computer.
L’utilizzo massiccio di Internet e dei videogiochi ha promosso cambiamenti neurobiologici rilevanti, orientati a favorire risposte di tipo reattivo a scapito di un pensiero più lento e “analogico”. L’accelerazione tecnologica promuove quindi una dimensione eccitatoria, non riflessiva, oltre ad ampliare il gap generazionale tra figli “nativi digitali” e genitori “immigrati digitali”.
Evidenze mostrano che è persino possibile sviluppare una vera e propria dipendenza da Internet, da smartphone e da videogioco, correlata ad una modificazione del circuito mesocorticolimbico della dopamina, con sintomi clinici come craving, astinenza e tolleranza.
La dopamina è un neurotrasmettitore implicato nella motivazione e nella ricerca di ricompensa, essenziale per il processo di formazione di un’abitudine o di una dipendenza. Ricerche hanno evidenziato come ad ogni notifica segua un rilascio di dopamina, la quale motiva il soggetto all’azione, creando l’urgenza di usare il telefono nuovamente. Si determina così la necessità di controllare e utilizzare i device sempre di più per ottenere la medesima risposta di gratificazione, con il rischio di esordire in un ipercoinvolgimento sintomatico.

Il 1 ottobre 2019 all’interno della conferenza “Ri – connettiamoci con gli adolescenti: mondo relazionale e mondo digitale” gli esperti R. M. Scognamiglio, S. M. Russo, P. Aroldi, M. G. Canevisio, C. Montrasio, A. Lucchini e A. Pistuddu, approfondiranno il tema “adolescenti e tecnologia”.
Forniranno indicazioni per le figure di riferimento di bambini e adolescenti, e illustreranno una panoramica sui nuovi modelli di intervento terapeutico, adatti alle sfide della clinica contemporanea.
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