STRESS E ALIMENTAZIONE | SENAGO | 21 NOVEMBRE 2019

Nonostante la connotazione negativa, lo stress rappresenta un allenamento alle continue sfide della vita, e sono il suo eccesso e il suo perdurare nel tempo ad essere nefasti.

Il neuroendocrinologo Hans Selye, il primo a fornire nel 1936, la definizione scientifica dello stress, nel suo celebre libro “Stress without Distress” distinse l’eustress come risposta adattativa ottimale dell’organismo all’ambiente e alle sue richieste, dal distress come risposta adattativa compromessa da un’attivazione psico-fisica eccessiva.

Egli definì lo stress “sindrome generale di adattamento” in quanto si tratta di una reazione aspecifica che si manifesta come risposta biologica primaria legata alla sopravvivenza: qualunque sia la natura dell’agente stressante, da un virus persistente a un conflitto reiterato, i meccanismi di adattamento attivati sono sempre gli stessi e coinvolgono l’ormone cortisolo prodotto dal surrene.

Più precisamente Selye distinse, attraverso ricerche scientifiche, 3 fasi dello stress aventi diversa implicazione del cortisolo stesso:

  1. La fase di allarme, che consente la reazione e il fronteggiamento del pericolo grazie all’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-cortico-surrene, con produzione di cortisolo (surrene) e di adrenalina e noradrenalina prodotto dalla midollare del surrene.
  2. La fase di resistenza, in caso di persistenza dell’agente stressante, caratterizzata da un’attivazione prolungata del sistema dello stress che si adatta ad un diverso e aumentato livello di attivazione, e quindi da una sovrapproduzione di cortisolo con conseguente soppressione delle difese immunitarie.
  3. La fase di esaurimento, se lo stress è cronico e importante si registra l’esaurimento, anche completo, della ghiandola surrenale.

La reazione di stress è quindi una risposta biologica fondamentale per l’organismo, impossibile da evitare del tutto, in quanto la vita è un continuo adattamento a situazioni fisiche, ambientali, sociali in perenne mutamento, attualmente complessificate dagli infiniti input dell’epoca ipermoderna. Al contempo è molto importante lavorare a favore di una regolazione e riduzione dello stesso, per promuovere e sostenere il proprio benessere.

Anche il cibo può essere fonte di stress, o al contrario un alleato prezioso nel gestirlo.

I due campi si influenzano profondamente: le emozioni negative sono talvolta coinvolte nell’alterazione della funzionalità del sistema digestivo, e, allo stesso modo, la qualità della nostra alimentazione incide sul sistema nervoso, sull’umore e, dunque, sullo stato di salute somato-psichico.

In condizioni di stress, ad esempio, aumenta il rischio di patologie a carico dell’apparato digerente (ulcere peptiche, colon irritabile, intestino pigro, stipsi ecc.), oltre che di intolleranze alimentari. Da ultimo, evidenze hanno confermato come lo stress abbia un impatto sull’appetito e sul comportamento alimentare, e sia uno dei fattori che contribuiscono allo sviluppo di condizioni associate all’alimentazione e all’obesità.

Presso l’Istituto di Psicosomatica Integrata di Senago di via Piave 4, il 21 novembre alle 21:00 la naturopata Aurora Costadoni terrà una conferenza gratuita sul tema, che articolerà nello specifico i seguenti argomenti:

  • Fattori alimentari che incidono negativamente sulla nostra salute fisica e mentale
  • L’alterazione della flora batterica intestinale: quali sono le cause e le conseguenze, e come si lega a mementi di stress
  • Il sovraccarico tossinico come stressor per l’organismo
  • Le fasi dello stress e il loro rapporto con il nostro corpo
  • Emozioni e sistema digestivo

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