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MARCO E L’ AMORE | Storie psicosomatiche *

Marco è innamoratissimo di Valeria e arriva in seduta disperato perché non riesce quasi mai a fare l’amore con lei. Cerchiamo di capire insieme da cosa è composto quel “quasi”, analizzando con pazienza il sottile crinale tra un’erezione desiderata e un’impotenza angosciosa.  La variabile costante è la vitalità di Valeria: quando lei ha voglia e lo dimostra, lui retrocede, quando invece la sua attenzione è altrove (un libro, un film, l’attimo delicato che precede il sonno …) lui avanza senza alcuna défaillance. Con le sue ex il problema non sussisteva, ma erano tutte meno consapevoli delle proprie pulsioni, attendevano sempre la sua prima mossa, ed erano anche meno amate.

Che sia questo il punto nodale, si chiede Marco con timore, “l’amore”? “Più amo meno riesco a fare l’amore” si dice, mi dice. Gli faccio notare che sta esaminando solo una variabile del disegno, in cui è presente, oltre al sentimento, anche il desiderio di Valeria. Restano delle incognite che non svelano l’enigma

Lui cerca di capirne di più orientando il discorso sulla sua storia familiare, e ci avviamo insieme nei ricordi dell’infanzia, che visti dai suoi 40 anni hanno il sapore remoto di una terra straniera. Dal suo passato compare in particolare un’immagine: quella di una madre, da sempre molto vitale, energica e bellissima, accanto ad un padre statico e un po’ scontroso, sempre seduto sul divano.  Dinamiche transferali rivelano alcuni tratti materni in Valeria, mentre l’identificazione paterna si ritrova nella sua personale stasi: davanti all’eros della sua compagna, così come come il padre si ritirava sul divano, lui si ritira dal coinvolgimento. 

La scena dell’inconscio svela modelli forti con cui è giunto il momento di fare i conti, dispiegando il gioco di identificazioni e de-identificazioni attraverso cui oggi nasce e muore il desiderio sessuale del mio paziente. Il percorso è appena iniziato, ma Marco è in cammino.



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