Il miracolo dell’etichetta produce l’impressione che l’essenza dell’altro sia visibile. A quel punto, l’altro non è più una molteplicità contraddittoria che esiste in un gioco di luci e di ombre, di velato e svelato, ma diventa immediatamente visibile e riconoscibile. Si è convinti, grazie all’etichetta, di sapere tutto dell’altro, chi è, cosa desidera e come è strutturata la sua vita, perchè l’etichetta non si limita a classificare, ma stabilisce un senso, una sorta di ordine nella vita di chi la porta.
Miguel Benasayag e Gérard Schimt (2004), L’epoca delle passioni tristi