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“ LA PANCIA NON C’E’ PIU’ ”.

L’addome e l’importanza dell’equilibrio fra diverse strutture.

di Mary Ravasio e Alessandro Aloisi

Psicologia Psicosomatica (ISSN 2239-6236) – 10 – Data di pubblicazione 23 Febbraio 2012

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La “pancia” è ancora l’incubo più temuto? Molti operatori estetici sono di questo parere considerando le innumerevoli richieste di trattamento rivolte alla zona addominale.
Gonfiore, eccessivo aumento dello strato lipidico, muscolatura addominale ipotonica sono solo alcune delle problematiche che possono colpire questa zona. Quali sono le possibilità di intervento?

“…La pancia non c’è più ” è una delle frasi storiche della trasmissione televisiva più ricordata degli ultimi cinquant’anni, il “Carosello”. In questo spot pubblicitario degli anni settanta, un uomo sogna di ritrovarsi con una pancia enorme, in situazioni difficili e imbarazzanti. La “pancia” è ancora l’incubo più temuto? Molti operatori estetici sono di questo parere considerando le innumerevoli richieste di trattamento rivolte alla zona addominale.

Gonfiore, eccessivo aumento dello strato lipidico, muscolatura addominale ipotonica sono solo alcune delle problematiche che possono colpire questa zona. Quali sono le possibilità di intervento?
Sicuramente è una delle aree del corpo che più facilmente risentono di un cambio volumetrico molto veloce, numerose sono le persone che nel corso della giornata vedono il loro addome gonfiarsi, a volte in modo considerevole. Inoltre, è anche una zona dove il deposito di cellule adipose può diventare così importante da essere in disequilibrio con le altre zone della struttura ed oltre alla fastidiosa “pancia”, si presentano tutte le problematiche provocate dalle implicazioni date dalla postura scorretta adottata per compensare la prominenza. Infatti, la diretta interdipendenza con la schiena ne fa una delle cause e/o risoluzioni primarie per il benessere delle tensioni del dorso.
Nello studio della scheda anatomica addominale è subito importante verificare che la zona è la più estesa del corpo, che ha come unico sostegno osseo la colonna vertebrale nella sua sezione lombare. Questo semplifica la comprensione di quante variabili siano compromesse nel benessere dell’addome, in quanto il solo sostegno osseo posteriore rende fondamentale l’integrità delle fasce profonde in diretta connessione con gli organi interni. Per un completo bilanciamento della zona è necessario tenere in considerazione anche le strutture del bacino, spesso poco considerato ma di primaria importanza in quanto rappresentano la base di appoggio (pavimento pelvico) degli organi e di aggancio per le fasce. Altra struttura da considerare è la gabbia toracica, in quanto direttamente implicata attraverso l’azione del muscolo diaframma, rendendo le due zone particolarmente interdipendenti.


MUSCOLI DELL’ADDOME

CONTENITORE E CONTENUTO

L’addome risulta essere il contenitore dei visceri e i muscoli addominali contribuiscono a proteggerli e a supportarli, comprimendoli contro la colonna vertebrale. L’interdipendenza tra struttura e funzione evidenzia la necessità di un corretto bilanciamento della parete addominale per un funzionamento efficace dei visceri in essa contenuti. In quest’ottica si rivela di particolare interesse la valutazione della muscolatura del dorso, in quanto, oltre ad essere antagonista a quella dell’addome rappresenta la parete posteriore della cavità contenente i visceri. Infatti, durante la fase inspiratoria le fibre contrattili del diaframma diminuiscono la loro lunghezza determinando la discesa della cupola diaframmatica. Lo spostamento lungo l’asse verticale della cupola sposta in basso la massa addominale aumentando la pressione intraddominale che, a sua volta, funge da stabilizzatore per la discesa della cupola. Inoltre, come specificato nella tabella, la parete addominale include muscoli che hanno anche una funzione respiratoria.
Essi sono (da profondo a superficiale):
_ M. trasverso dell’addome;
_ M. obliquo interno;
_ M. obliquo esterno;
_ M. retto dell’addome.
Infatti, un’alterazione del tono addominale può interferire con la mobilità diaframmatica e la sua forma. Questa particolare condizione appena descritta, si evidenza, ad esempio nel II- III trimestre della gravidanza e nel post-partum, in questi casi diventa necessario ed indispensabile includere nel trattamento la rieducazione dell’atto respiratorio.
Si ricorda, per motivi di profonda connessione, che un importante aspetto del meccanismo della ventilazione è l’interconnessione idraulica tra diaframma e addome. Fisiologicamente, ad ogni variazione nella pressione intratoracica corrisponde una opposta variazione pressoria intra-addominale. Questa relazione inversa tra gradienti pressori durante la ventilazione obbedisce alla Legge di Laplace: tensione = pressione x raggio. Questo significa che un diaframma con una buona forma a cupola, rilassato, con un profilo curvato alto e regolare produce dei gradienti pressori trandiaframmatici molto efficaci ogni volta che si contrae e si rilassa. Questa particolare situazione migliora le funzioni a cui è correlato. Particolarmente importante per gli operatori estetici ricordare la funzione di stimolo della circolazione linfatica con effetto diretto sullo svuotamento della Cisterna del Pecquet ( o del chilo).

INDICI PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE

In elenco, alcune indicazioni utili a valutare lo stato disfunzionale delle strutture addominali e toraciche.•    presenza di zone dolenti alla palpazione;
•    presenza di gonfiore addominale;
•    ipotono del m. retto dell’addome, m. trasverso;
•    ipo / iper tono del diaframma;
•    mobilità della cassa toracica;
•    aumento/allineamento della curvatura fisiologica della colonna (in particolare del tratto lombare – iper/ipo lordosi);
•    presenza di formazioni particolarmente spesse ed indurite a livelle di alcune fibre muscolari, tendini o legamenti;
•    tensione o ispessimenti a livello della fascia superficiale, con particolare attenzione alle zone di eventuali cicatrici post-operatorie (taglio cesareo, appendice, laparoscopia, etc.)
•    difficoltoso scorrimento dei tessuti.

TRATTAMENTO DELL’ADDOME

Una tecnica che generalmente viene consigliata all’inizio di un trattamento all’addome è la rieducazione propriocettiva della respirazione. La presa di coscienza da parte del soggetto di come respira e la rieducazione di eventuali disfunzioni attraverso l’applicazione di una leggera pressione con entrambe le mani, prima sulla cassa toracica e poi sull’addome, rappresenta un modo più semplice, ma molto efficace, per armonizzare il funzionamento di queste due strutture tra loro interdipendenti. Attraverso questa semplice procedura, che può essere anche consigliata come trattamento home-care, si aumenta progressivamente l’elasticità della gabbia toracica e della parete addominale con un conseguente aumento della circolazione linfatica indotto dell’atto respiratorio che contribuisce allo svuotamento della Cisterna del Pecquet. In seguito al lavoro sulla respirazione è preferibile proseguire con il massaggio della zona corrispondente all’intestino crasso. Le manualità di svuotamento eseguite seguendone il percorso e la direzione del flusso, risultano essere un ottimo coadiuvante in presenza di gonfiore a intestinale. A completamento del trattamento, un lavoro sulle catene antagoniste con tecniche quali il massaggio connettivale, il massaggio fasciale, tecniche di integrazione neurostrutturale o lavori di tipo energetico quali il “massaggio” dei meridiani permette di ottenere un bilanciamento delle forze tensive antero-posteriori. Questo equilibrio è ottimale per un miglior tono della parete addominale che porta a un maggior contenimento degli organi interni e a un buon modellamento estetico della zona trattata.

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